IMPATTO SOCIALE: NUOVI POSTI DI LAVORO POSSONO ESSERE GENERATI DALL’ECONOMIA CIRCOLARE

L’economia circolare ha effetti diretti sull’occupazione.

A dirlo sono tutti i numeri ufficiali registrati a livello globale ed europeo negli ultimi anni. Ad esempio l’occupazione nel settore ambientale in area Ue è cresciuta molto rapidamente: si è passati dai 3,2 milioni di posti di lavoro “green” del 2000 ai 4,1 milioni nel 2017.

Energia e gestione dei rifiuti sono i settori che registrano più occupati “verdi”, rispettivamente il 35% e il 28% del totale.

Karin Kimbrough, Chief Economist di LinkedIn, ha di recente affermato che dal 2017 si è assistito al costante aumento della domanda di lavoratori con competenze ecologiche: nel 2015, ha spiegato, il rapporto tra posti di lavoro nel settore petrolifero e del gas negli Stati Uniti rispetto alle energie rinnovabili e ai posti di lavoro nell’ambiente era di 5:1, ma nel 2020 questo rapporto era circa di 2:1. “Di questo passo, prevediamo che le energie rinnovabili e l’ambiente potrebbero effettivamente superare petrolio e gas nei posti di lavoro totali sulla nostra piattaforma entro il 2023” – ha commentato Karin Kimbrough. 

Venendo ai numeri ufficiali forniti dalla Commissione Europea, il primo pacchetto delle misure per l’economia circolare prevede un aumento di oltre 170 mila nuovi posti di lavoro in Europa entro il 2035. 

Il Ministero dell’ambiente francese stima un’occupazione aggiuntiva di 300 mila posti di lavoro in Francia, quello finlandese 75 mila nuovi posti di lavoro in Finlandia.

La Commissione stima inoltre che, adottando definizioni più ampie di green jobs, contando anche l’occupazione indiretta, i beni intermedi per l’ecoindustria, l’agricoltura biologica e l’ecoturismo, si arriva fino a 20 milioni di posti di lavoro: il 5% della popolazione attiva. Secondo il rapporto redatto nel 2021 da Randstad Research sono oltre 200, e in continua crescita, le nuove professioni che rispondono ai requisiti necessari per trovare lavoro nelle aziende impegnate nel processo di transizione verso l’economia circolare. Questo perché l’abbandono del sistema economico lineare richiede nuove figure professionali, mansioni e competenze, in grado di adattarsi ad uno scenario totalmente riverso e reinvenzione le funzioni tradizionali. Senza contare che tutte le attività associate al riciclo dei rifiuti prevedono più lavoro umano rispetto allo smaltimento tradizionale.

L’economia circolare, quindi, oltre a rappresentare un innegabile vantaggio per l’ambiente, determina immensi benefici sul fronte dell’occupazione, creando nuovi posti di lavoro a vantaggio dei cittadini e dell’economia dei singoli paesi.

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Progetto finanziato dal Mise, Legge 388/2000 Anno 2021