Variazione dei prezzi al consumo: come sono cambiate le abitudini degli italiani e quanto pesano gli acquisti

I recenti dati sulle vendite al dettaglio rivelano una tendenza preoccupante nel 2023, con una diminuzione delle dimensioni dei carrelli della spesa degli italiani accompagnata da un impoverimento delle risorse finanziarie. Secondo l’Istat, a dicembre le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,3% in valore, ma hanno registrato una flessione del 3,2% in termini di quantità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra dicembre e novembre, sia il valore degli acquisti (-0,1%) che la quantità (-0,5%) hanno sperimentato una contrazione. Complessivamente, nonostante un aumento del 2,8% nei ricavi dei negozianti nel 2023, si è osservata una riduzione del 3,7% nelle quantità di prodotti acquistati.

Nel dettaglio, gli acquisti di prodotti alimentari sono scesi del 3,9% nel 2023, ma i rivenditori hanno registrato un incremento del 5,8% nei ricavi rispetto all’anno precedente. Per i prodotti non alimentari, si è verificato un aumento dello 0,6% in valore, ma una diminuzione del 3,5% in quantità. A causa dell’aumento dei prezzi, i consumatori stanno preferendo i discount, che hanno visto un incremento degli incassi dell’8,2%. Gli ipermercati (+5,2%) e i supermercati (+6,4%) hanno anch’essi registrato un aumento delle entrate, in linea con l’inflazione.

Nonostante questi dati positivi per alcuni settori, come l’abbigliamento, le calzature, i mobili ed gli elettrodomestici, continuano a evidenziare una contrazione delle vendite, anche in valore.

In breve, gli italiani hanno pagato di più per ottenere meno, a causa degli aumenti significativi dei prezzi al dettaglio in tutti i settori. Questa situazione ha influito negativamente sulle finanze familiari, obbligando le famiglie a ridurre gli acquisti, incluso il taglio delle spese per beni essenziali come gli alimentari, il cui volume di vendite è diminuito del -3,9%.

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